lunedì 15 gennaio 2007

L'Apocalisse di Mel Gibson

APOCALYPTO


Regia di: Mel Gibson
Scritto da: Mel Gibson, Farhad Safinia
Genere: Azione/Avventura/Drammatico/Storico
Anno: 2006
Paese: USA
Durata: 139 minuti
Linguaggio: Maya sottotitolato
Cast: Rudy Youngblood; Dalia Hernandez; Jonathan Brewer; Morris Birdyellowhead; Carlos Emilio Baez; Ramirez Amilcar; Israel Contreras; Israel Rios; [more]







E' uscito nelle sale preceduto dalle polemiche più disparate, la maggior parte delle quali sulla troppa violenza e crudeltà (o crudezza, per alcuni sembra la stessa cosa) di alcune scene. Bah... i precolombiani di Gibson il sanguinario non sono peggio dei gangster di Tarantino, dei mafiosi di Coppola, o dei marines di Kubrick. Anzi, la violenza nel film di Gibson è del tutto fisica, truculenta forse, ma sempre meno forte della violenza psicologica di altre produzioni.
Chiarito questo, cosa rende Apocalypto degno di nota?
La fotografia ad esempio, molto bella, l'azione, la regia, lo stile documentaristico di certe scene, e "lo spunto", l'idea diciamo.
Gibson descrive la società Maya molto lontana dal rousseauniano mito del buon selvaggio (e per questo onore al merito) e lo fa scegliendo un punto di vista insolito: anzichè ambientare l'intera vicenda all'interno del regno Maya, la ambienta all'esterno. Il protagonista (una sorta di sosia di Ronaldinho) è un cacciatore di un villaggio piccolo e pacifico che viene attaccato dai guerrieri Maya. Gli uomini abili a combattere vengono fatti prigionieri e portati nella capitale per essere offerti in sacrificio agli dei.
Punto di vista insolito dicevo, forse coraggioso e che sicuramente fa funzionare la storia e crea la suspence e il ritmo, ma anche che (forse) è troppo preponderante, determina il filme probabilmente offusca lquello spunto, quell'idea diciamo che - presumibilmente - sta dietro al film e al titolo. Apocalypto, la fine del mondo, o almeno di un mondo. In tutto il film quello che dovrebbe essere il suo senso ultimo" è un po trascurato a vantaggio del lato avventuroso (più di metà film potrebbe essere intitolato tranquillamente "Il fuggitivo") e relegato al finale che - probabilmente volutamente - non spiega ma fa solo intuire.
L'onestà, e forse tutta la salvezza del film sono racchiusi in queste scene finali (e nella frase iniziale) che non sono nè didascaliche nè maestose, nè tantomeno apologetiche. Sono semplicemente realistiche.
Probabilmente avrei fatto tutto diversamente, e probabilmente, quelli che erano gli intenti di Gibson si sono realizzati solo a metà. Ma in onestà devo comunque amettere che Apocalypto rimane un bel film, con molta azione, girato bene, con una storia coinvolgente e belle scene di combattimento. Ma pure se il voto non può essere insufficiente, e per quanto ognuno possa pensarla come vuole, dopo "The Passion" tutto questo non basta. Non a tutti almeno.

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