domenica 31 dicembre 2006

Le ciabatte di Homer

Per Natale il regalo più inaspettato me l'ha fatto mio fratello regalandomi: le babbucce di Homer Simpson.


Oltre che calde e antiscivolo sono fantastiche perchè il piede s'infila nella bocca di Homer....
tank'you saso

mercoledì 27 dicembre 2006

Commedia Sexy

COMMEDIA SEXY


Regia di: Alessandro D’Alatri
Scritto da: A. D’Alatri; Gennaro Nunziante
Genere: Commedia
Anno: 2006
Paese: Italia
Durata: 105 minuti circa
Cast: Sergio Rubini; Margherita Buy; Paolo Bonolis; Stefania Rocca; Elena Santarelli; Rocco Papaleo; Michele Placido






Lasciato da una parte Volo (che tornerà sul grande schermo con “manuale d’amore 2″) D’Alatri usa attori più blasonati (Rubini, Buy e Rocca) accanto agli esordienti Bonolis e Santarelli per una commedia che ha in fondo il desiderio un pò di essere un cinepanettone, un pò di fare della satira politica nazionale. Niente di nuovo e niente di male in questo, se non fosse che il regista rimane in sospeso rispetto alla satira e opta spesso per la gag o la battuta facile. Decisamente gli riuscivano meglio i film di e su la provincia. Ma non fatevi un’idea sbagliata: Commedia sexy è un film divertente che ha i suoi momenti, e se a volte sembra prevalere troppo lo “stile bagaglino”(mi resta da capire se è voluto o no), a tratti è sinceramente romantica. Bravi la Buy e Rubini - anche se non eccelsi - e, a sorpresa, brava anche la Santarelli (niente di eclatante per carità, ma mi aspettavo di molto peggio). Alla fine quello che stona è proprio Bonolis, decisamente troppo caricaturale.

sabato 23 dicembre 2006

Eragon (il film)

ERAGON

Regia di:
Stefen Fangmeier
Scritto da: Peter Buchman (screenplay); Christopher Paolini (novel)
Genere: fantasy
Anno: 2006
Paese: USA/UK
Durata: 104 minuti
Cast: Edward Speleers; Jeremy Irons; Sienna Guillory; Robert Carlyle; John Malkovich; Garrett Hedlund; Alun Armstrong; Christopher Egan;




Eragon il film, ovvero: come un romanzetto fantasy scritto da un 15enne La recensione la trovate qui) diventa un colossal hollywoodian per 12enni. Fangmeier viene dagli effetti speciali (ha un curriculum di tutto rispetto fra l’altro) e qui è alla sua prima regia francamente non entusiasmante. Seppur Paolini non abbia scritto una pietra miliare della letteratura fantasy nel romanzo c’era almeno un abbozzo della psicologia dei personaggi, c’era una storia in divenire che cresceva assieme ai suoi protagonisti, c’era un minimo schizzo della complessità dei rapporti umani, e c’erano delle tempistiche realistiche. Nel film tutto questo è assente, e passiamo gran parte del tempo di fronte a riprese vertigionose di cavalcate aeree che, per quanto belle, non possono reggere un intero film. E’ bella anche la ricostruzione di Carvahall e belli ovviamente gli effetti speciali. Bravo Irons decisamente “figo” in costume (mentre Malcovitch -sarà il ruolo - sembra che sia andato a girare nelle pause pranzo di altri film) Ma tutto questo, assieme a qualche scopiazzatura (del Signore degli anelli) e citazione (Blade Runner?) non fanno un bel film. Chi come me ha letto il libro rimarrà deluso, gli altri al più rimarranno impassibili.

venerdì 22 dicembre 2006

Dai il tuo nome ad un aula della Camera!


Stufi di essere sempre e solo parte della massa? Volete uscire dalla categoria della gente comune? celate dentro di voi il desiderio di essere in qualche maniera immortali? bene, oggi ne avete l'occasione.
Basterà che vi mettiate un passamontagna, e poi prendiate un qualsiasi oggetto (va bene una mazza da baseball, una clava, un tubo innocente, un estintore...) e vi rechiate alla più vicina manifestazione no-global. Sprangate un po in giro e se avrete "la fortuna" di rimanere feriti o addirittura uccisi nell'azione, Rifondazione Comunista sarà lieta di intitolarvi una delle proprie aule negli alti palazzi della politica italiana.

giovedì 21 dicembre 2006

Anything else

ANYTHING ELSE


Scritto e diretto da: Woody Allen
Genere: Commedia/Romanticismo/Drammatico
Anno: 2003
Paese: USA/Francia/Olanda/UK
Durata: 108 minuti
Cast: Jason Biggs; Christina Ricci; Woody Allen; Stockard Channing; Danny DeVito; KaDee Strickland; Jimmy Fallon; Fisher Stevens; Anthony Arkin; Diana Krall; William Hill;[…]







Allen torna alla commedia brillante. Quella solita sua, newyorkese, in parte parodistica, in parte cinica. C’è tutto: l’ebraismo, le donne (stronze che feriscono, brave che vengono ferite), la psicanalisi, le fobie. Insomma il solito Allen.
Forse il clichè è ormai troppo ripetitivo, ma l’idea di far fare lo sfigatello instabile ad un altro non è male. Sembra che Biggs raccolga l’eredità del regista, che qui s’è ritagliato una nuova parte: sempre paranoico ossessivo, ma almeno, reattivo. E’forse una parabola della vita e del cinema (tutto legato assieme ovviamente), dello stesso Woody dico, che ormai può staccarsi da certe paranoie e impartire consigli ai più giovani, avendo dalla sua anni d’esperienza. Ma alla fine, no so quanto il giovane Biggs abbia bisogno di un “vate”. Lo segue certo, ne rimane affascinato pur costatandone la pazzia, ma da comunque una svolta alla sua vita, e il suo rapporto con lo psicanalista, inutile, non lo coinvolge più di tanto. Come non rimane impantanatoin maniera psicotica dai suoi rapporti fallimentari con le donne. Non che le prerogative non fossero le stesse del personaggio di Allen solito, solo… sono i tempi ad essere diversi.
Non un Woody eccelso quello di Anything Else, ma nemmeno da buttar via, e seppur molto rivolta a scrittori e pscicopatici newyorkesi, la sua critica ironica riesce comunque a regalare momenti di sano divertimento.

Dopo 12 anni, ancora commessi: Clerk's II

CLERK’S II


Scritto e diretto da: Kevin Smith
Genere: Commedia
Anno: 2006
Paese: USA
Durata: 97 minuti
Cast: Brian O’Halloran;Jeff Anderson; Rosario Dawson; Jason Mewes; Kevin Smith; Trevor Fehrman; [more]




Si ride di gusto. Specie se (come me) si è cresciuti nell’immagginario pop fatto di Guerre Stellari e favoleggiate esibizioni “animal” di pornostars. Si ride, e Jay e Silent Bon sono due gran personaggi. E Rosario dawson è (come si dice a Bologna) una gran Gnocca. Questo però lo sapevamo già. Ma dopo 12 anni (Clerk’s è del ‘94) le cose inveitabilmente cambiano, e il ragazzo scazzato del New Jersey (Kevin Smith) deve fare i conti con la maturità che arriva anche non voluta. Li fa fare anche a Randal e Dante, sempre commessi, facendo in qualche modo “sistemare” quest’ultimo. Ma pure se l’intenzione è ottima (con la maturità dobbiamo farci tutti i conti, ma senza perdere noi stessi possibilmente), il risultato non è dei migliori. Gag triviali ed esilaranti, discussioni serissime su quale sia la vera trilogia (Star Wars VS Lord of the rings), sessismo a go go e una sempre accesa critica sulla religione e la socità non bastano a sollevare un prodotto che nella sua confezione finale sembra destinato ad essere appena un gradino più su di American pie. Sarà voluto, o sarà l’età?

mercoledì 20 dicembre 2006

Presepe gay alla Camera


Polemiche a non finire oggi alla Camera. Chi s'indigna di qua, chi s'indigna di là, Bertinotti che prende le distanze...ma cosa è successo di tanto grave?
Il fatto: due IMBECILLI della Rosa nel(la) Pugn(etta)o hanno pensato che poteva essere una bella provocazione ficcare nel presepe che s'era allestito lì alla camera 4 statuine 4, 2 Barbie e 2 Ken, che si recavano a trovare il bambinello con su cartelli del tipo "PACS NOW" e "Anche in Italia i matrimoni gay come nella Spagna di Zapatero". E hanno pensato bene, il casino di fatti c'è stato.
continua su Freaknet

La marcia dei pinguini


LA MARCIA DEI PINGUINI


Regia di: Luc Jacquet
Scritto da: Jordan Roberts (narration); Luc Jacquet (earlier screenplay)
Genere: Documentario
Paese: Francia
Anno: 2005
Durata: 85 minuti



Ero incuriosito da questo film, che si dice abbia avuto un successone in tutto il mondo. Incuriosito nonostante il battage pubblicitario italiano non sia stato dei più clamorosi.Di mio mi piacciono molto i documentari vero, e non sono certo l’unico, ma da qui a far andare al cinema della gente per vedere un documentario beh… ce ne vuole.Non so come siano i dati, da quel che ho visto di persona, non penso che in Italia il film abbia spopolato, ed è un peccato. Davvero un peccato.La marcia dei Pinguini è un film carino, non un documetario in senso stretto (non viene detto quat’è la vita media di un pinguino imperatore, nè di cosa si nutre, nè quali sono gli animali che lo cacciano), per quelli c’è già in National Geographic, è forse un atto di pazienza, un atto d’amore.L’amore che sicuramente ha spinto il regista, e chi ha creduto nel suo progetto, a sopportare quelle condizioni climatiche per giorni e mesi, per fare le riprese, e poi l’amore dei pinguini, che affrontano delle difficoltà assurrde per perpetuare la specie.La voce di Fiorello nell’edizione italiana, non è mai invadente, e rende il filmato più carino e godibile, la musica poi è bellissima, e azzeccata.E’ un peccato che qui da noi (a quanto ho visto almeno) non abbia avuto un grosso successo, non è un film, non è un vero documentario, ma sicuramente (a parer mio almeno) è molto meglio del maghetto occhialuto che tanto piace ai bambini (di ogni età).Se avessi un figlio, sicuramente glielo farei vedere.

Voglia di vincere


VOGLIA DI VINCERE




Regia di: Rod Daniel
Scritto da: Jeph Loeb; Matthew Weisman
Genere: Commedia; Fantasy
Paese: USA
Anno: 1985
Durata: 91 minuti
Cast: Michael J. Fox; James Hampton; Susan Ursitti; Jerry Levine; Matt Adler; Lorie Griffin; Jay Tarses; … [more]




Targato 1985 questo film con un M.J. Fox dei bei tempi che furono. E’ l’anno di Ritorno al Futuro.Teen Wolf (questo è il titolo originale) è uno dei tanti film per ragazzi che gli USA hanno sofrnato negli anni ‘80, e continuano a sfornare ancora oggi. Fra adolescenti che si ritrovano all’epoca di Robin Hood, che affrontano mostri di ogni sorta, salvano il mondo, diventano amici dei più disparati animali esotici, alla fine il film di Daniel non brilla particolarmente nemmeno per originalità, però…Però c’è M.J.F. che fa fare un salto qualitativo alla produzione, vuoi perchè bravo a recitare, vuoi perchè comunque una star, e poi c’è il basket, belle le scene della partita, e poi c’è la scena del surf sopra al furgone che rimarrà negli annali.Insomma un film dalle premesse anonime che invece viene fuori bene, diverte (col quel pizzico di citazionismo che ci vuole, da Happy Days a La febbre del sabato sera), fa sorridere, ha anche la morale alla fine. Scontata ovvio. Ma nessuno (credo) s’aspettava diversamente.Per chi (come me) è un po nostagico degli eighty (scritto bene?), per chi (come me) l’ha visto da piccolo, per chi ha voglia di distrarsi un po…rivedetevelo, un tuffo nel passato ed un sorriso ve lo regalerà di certo.

martedì 19 dicembre 2006

Un Anello per domarli, un Anello per cercarli, un Anello per ghermirli e nell'oscurità incatenarli


IL SIGNORE DEGLI ANELLI - LA COMPAGNIA DELL’ANELLO


Regia di: Peter Jackson
Scritto da: J.R.R: Tolkien (romanzo); F. Walsh & P. Jackson (screenplay)
Genere: Azione, Avventura, Fantasy
Anno: 2001
Paese: Nuova Zelanda/USA
Durata: 178 minuti (versione estesa 208 minuti)
Cast: Sean Astin; Sean Bean; Orlando Bloom; Cate Blanchett; Billy Boyd; Ian Holm; Ian McKellen; Christopher Lee; Elija Wood; Liv Tyler; Viggo Mortensen …[more]



Faccio una necessaria premessa: cercherò di occuparmi del film e non del libro (anche se di fatto sono inseparabili) per quanto mi sarà possibile.

Ho visto questo film almeno 5 volte, la prima al cinema, quando uscì, poi a riprese successive. Ho visto la versione “normale” e quella estesa. Era parecchio comunque che non lo rivedevo, e ne avevo voglia. In testa ogni tanto mi sovvenivano le immaggini dell’arrivo di Gandalf a Hobbiville, la musica che accompagna le immaggini di paesaggio bucolici, insomma avevo nostalgia della contea. Il mio amico Tommy poi, non l’aveva ancora visto, per cui decidiamo di affittarlo.Quindi: ottima cena, poltrone comode, sigarette a portata di mano, bibite varie sul tavolino, compagnia femminile, buio in sala….si parte.Il prologo è narrato dalla doppiatrice di Cate Blanchett (la dama di Lothlorien, ma lo scopriremo dopo) una voce (secondo me) azzeccatissima ci dice la storia degli anelli del potere,donati da Sauron ai rappresentanti di ogni razza (Elfi, Nani e Uomini), e dell’Unico Anello, forgiato da Sauron di nascosto, col potere di soggiogare gli altri. La storia prosegue con la prima guerra dell’anello, quando Sauron tentò di sottomere tutti i popoli della Terra di Mezzo,ma fu sconfitto da Isildur che però, invece di distruggere l’Anello ne rimase irretito e lo volle tenere per se. Tempo dopo Isildur cadde in un imboscata di orchetti e morì, lasciando cadere l’anello nel fiume, dove rimase per molti secoli, finchè fu trovato da una creatura: Gollum (nel 2° 3° film poi sarà più chiaro chi è Gollum). Gollum fu stregato dall’Anello, lo amava e odiava allo stesso tempo, lo chiama “il mio tessssoro”, col suo tessssoro si andò a rifugiare nelle caverne delle Montagne Nebbiose. Qui la spiegazione riprende quello che succede ne “Lo Hobbit”: Bilbo Baggins, un hobbit della Contea trova l’anello nella caverna di Gollum, e scappa, portando l’anello con se.Il prologo spiega subito alcune cose che saranno centrali nel film come nel libro. L’Anello ha una “volontà sua”, egli vuole tornare al suo padrone, è l’anello che irretisce Isildur, è sempre lui che aspetta in fondo al fiume un nuovo portatore, ed è infine sempre lui che “fugge” da Gollum; l’unica cosa che l’anello non poteva prevedere, era quella di essere raccolto dalla creatura più improbabile che ci fosse: un hobbit.Dal prologo quindi capiamo la natura dell’Anello, ma non solo, capiamo anche la natura facilmente corruttibile del cuore umano, la bramosia di potere, l’idea umana di avere sotto controllo la situazione, di voler controllare il destino.Forse dice troppo il prologo (nel libro Tolkien scopre pian piano le carte), ma sicuramente è tutto utile alla funzione filmica, e soprattutto la voce narrante con le immagini sotto, oltre a fornirti le informazioni su quello che è successo prima, ti fanno già “entrare in atmosfera”, nel mondo della Terra di Mezzo”.Poi inizia il film vero e proprio.Sono passati circa 60 anni da quando Bilbo trova l’Anello, ed oggi è il suo centoundicesimo compleanno, tutto il villaggio si sta preparando alla festa, e arriva anche il suo amico Gandalf lo stregone. Il vecchio Bilbo da un addio clamoroso alla festa sparendo nel nulla durante il suo discorso (e qui scopriamo che l’anello rende invisibili quando lo si indossa), Gandalf sa dove è il suo amico, e lo aspetta a casa… Bilbo gli spiega il suo proposito di partire, per andare ancora un’ultima volta verso le montagne, tutte le sue cose le lascia a suo nipote Frodo, ma fa fatica a seprarsi dall’anello, ha scatti di rabbia verso l’amico che gli consiglia di farlo, ma alla fine lo lascia al nipote. Qui Gandalf inizia ad intuire quello che è veramente quell’Anello, lo lascia custodire a Frodo, ma quando scopre che i cavalieri neri sono partiti alla ricerca dell’Anello, fa subito lasciare la Contea a Frodo, dicendogli di dirigersi verso una cittadina poco fuori la Contea, dove lo avrebbe aspettato. Frodo parte (assieme al suo amico Sam, e a loro si uniranno nel tragitto Merry e Pipino) e fa il primo incontro con questi cavalieri neri…ma riesce a sfuggirgli. Arrivati alla taverna per un incidente Frondo indossa l’anello e sparisce alla vista degli altri avventori che rimangono sbalorditi. Il guaio è che Frondo indossando l’Anello entra in un aaltro mondo, il mondo delle ombre, dove vivono costantemente i cavalieri neri, che lo vedono e si dirigono verso la cittadina. A salvare la situazione ci pensa un ramingo chiamato Granpasso che salva gli Hobbit dalla furia dei cavalieri e si offre di scortarli fino a GranBurrone, dove vive il re elfico Elrond. Da Grampasso i mezz’uomini scopriranno chi sono i cavalieri neri: sono i nove re a cui Sauron donò i nove anelli, diventati poi schiavi dell’Unico, e che ne avvertono la presenza in ogni momento. Non sono ne morti ne vivi, sono i Nazgul.Nel viaggio verso GraBurrone i Nazgul attaccano ancora e feriscono gravemente Frodo, in soccorso degli Hobbit e dell’uomo arriva Arwen, la figlia di Elrond che inseguita dai cavalieri neri riesce comunque a portare Frodo da suo padre dove viene curato.Quando si risveglia a GranBurrone Frodo trova tutti i suoi amici, Grampasso e anche suo zio Bilbo, che era andato a stare lì.Gandalf nel frattempo è andato a trovare Saruman il capo del suo ordine, ma scoprirà con sorpresa che egli si è alleato col nemico, e sta formando un esercito di orchi. Saruman imprigionerà Gandalf nella sua torre, ma non farà in tempo ad ucciderlo, perchè lo stregone sarà salvato dall’arrivo provvidenziale delle aquile. che lo porteranno a GranBurroneElrond indirrà un consiglio, chiamando a raccolta i maggiori rappresentanti di tuti i popoli liberi della Terra di Mezzo per decidere cosa fare dell’Anello. fra mille opinioni diverse si decide che l’Anello dev’essere distrutto (e questo può essere fatto solo gettandolo nelle fauci del Monte Fato, dov’è stato forgiato), ma chi potrà farlo? Si offre volontario Frodo, Gandalf decide di accompagnarlo, così farà Grampasso(che qui scopriamo chiamarsi Aragorn, ed essere in realtà un re), l’elfo Legolas, il nano Gimli, il guerriero Boromir, e anche se non invitati si fionderanno nell’impresa anche Sam, Merry e Pipino. Nasce così la Compagnia dell’Anello.bene, nel raccontarvi la trama del film mi fermerei qui. Difatto questo primo film serve da introduzione, anche se inzia già l’avventura. La Compagnia di forma a metà film, e alla fine è già smembrata e divisa, durante il viaggio infatti Gandalf morirà e Boromir dopo aver tentato di prendere l’Anello a Frondo si pentirà e morirà eroicamente cercando(inutilmente), di proteggere Merry e Pipino. Questi due infatti saranno rapiti dagli orchi (Uru Kai) di Saruman.L’evventura e i colpi di scena non mancano, visto anche che il film “comprime” i tempi del libro. Tutto, dalla scenografia alla storia, ai costumi, ai modi di parlare e comportarsi dei personaggi vuole trasmettere un diea di realtà, la realtà di un mondo fantasy, un mondo mitologico cioè, un mondo, al fine, che potrebbe essere stato.La cura che Jackson ha messo nella realizzazione del film è maniacale (guardatevi gli speciali se ne avete occasione), tutto è fatto per esistere plausibilmente. Dal punto di vista tecnico effettivamente nessuno ha avuto da ridire. Le critiche che si sono state riguardavano in realtà altri aspetti.I puristi (i Tolkeniani accaniti) hannos torto il naso per alcune incongruenze (sarebbe meglio dire non corrispondenze) col libro: i tempi dicevo prima, la figura di Arwen “troppo presente” ecc.. - C’è anche da dire che come fedeltà letterale fra i 3 film èquesto è quello che rimane più fedele al libro - .Molti altri invece, semplicemente non sono amanti del genere.Beh, ovvio che accettare che i protagonisti di un film siano Elfi, Nani, Demoni e compagnia bella, non è per tutti, e c’è anche da dire che il battage pubblicitario, che s’è fatto attorno a Il Siglore degli Anelli, ha nauseato molti (ha quasi nauseato perfino me..), per cui chi è prevenuto ha le sue scusanti.Tuttavia non mi stupisce il successo planetario del film, ormai ogni anno siamo abituati a vedere il “capolavoro del secolo” (ogni grosso kolossal lo lanciano così), per cui c’è l’elemnto massa, l’isteria collettiva fomentata dai media, tuttavia credo ci sia altro. Il Signore degli Anelli non è stato solo il film che complessivamente (cioè tutti e 3 i film) ha incassato - se non erro - 11 Oscar,ma è anche (e soprattutto) il libro più letto del ‘900. Per cui, gran parte del suo successo è dovuto fondamentalmente alla storia in se.A tutti piace sognare, e il mondo creato da Tolkien è veramente un mondo da sogno, non perchè perfetto e rose e fiori, ma perchè reale, reale nei suoi contenuti. Questo è davvero l’aspetto che mi stupisce di più, ed è anche l’aspetto su cui dissento dai “puristi”: il film mantiene intatta la natura del libro, pur stravolgendone un po i tempi ei ruoli, l’essenza del Signore degli Anelli nel film c’è tutta. E quello che mis tupisce è che un essenza del genere abbia fatto così breccia nel cuore degli uomini dell’era della psicanalisi, del famoso “relativismo”.“Molti di quelli che meriterebbero la morte vivono, e molti di quelli che meriterebbeo la vita muoino, sai forse tu giudicare? non essere tanto sicuro di distribuire morte e vita” dice Gandalf a Frodo ad un certo punto, non è pacifismo blando, infatti la guerra contro Sauron è inevitabile, e molti in guerra cadono (Boromir e Gandalf in questo film), le condizioni sono quello che capita, quello che per sorte ci tocca, “vorrei che non fosse mai successo, che l’Anello non fosse mai venuto a me” dice Frodo, “tutti quelli che vivono in epoche come questa lo desiderano, ma non siamo noi a decidere, noi possiamo solo scegliere come impiegare ilt empo che c’è concesso” gli risponde lo stregone. Sembrano parole di un uomo d’altri tempi, un uomo medievale forse, invece sono state scritte tra gli anni ‘40 e ‘50 di questo secolo. Forse è questo che non lo fa apprezzare a molti, sembra retorica blanda, moralista, e anche un po conservatrice, quella che Jackson riversa fedelmente nel film. A molti fa storcere il naso. Non è retorica, e tantomeno blanda o moralista. E’ la pura e semplice verità. Nel romanzo, così come nel fil, c’è un bene e c’è un male, non sono cose che s’incrociano esfumano a vicenda (come 3/4 della letteratura -e filosofia - contemporanea insegna) è il cuore dell’uomo lo scontro fra queste due entità, il cuore dell’uomo capace di grandi gesta eroiche “se con la mia vita o la mia morte, potrò esserti d’aiuto, lo farò” dice Aragorn/Grampasso a Frodo quando si mette al suo servizio per aiutarlo nell’impresa, come di grande viltà (il tradimento di Saruman, che non vede possibilità di sconfiggere Sauron e allora sia allea con lui). Lo stesso Aragorn subisce (come lo subisce Boromir) il fascino seduttivo dell’Anello.E ancora, il compito di salvare il mondo è affidato non all’eroe (Aragorn) ma ad un piccolo essere, un mezzuomo (come venivano chiamati gli hobbit), “perchè arriverà il tempo in cui i più piccoli cambieranno la storia del mondo” dice la voce narrante del prologo.Tutto questo non può non stupire, non può non far venir voglia di essere lì, e combattere affianco a Frodo, di aiutarlo nella sua missione disperata. O forse si, può anche solo annoiare, ma il Signore delgli Anelli annoia (al di là dei gusti) chi non ha mente e cuore libero per capirlo, perchè al di là del mondo fantastico e della mitologia, parla agli uomini di tutte le epoche, e di tutte le età, un po come l’Odissea (lungi da me azzardare il paragone letterario) eun po come tute le fiabe. Può annoiare o addirittura infastidire vero, ma è strano constatare come nell’epoca cinica per antonomasia, questo piccolo capolavoro abbia fatto breccia fra la gente.La Compagnia dell’Anello è la storia di esseri diversi che il caso , o il Destino (uno dei grandi protagonisti della storia tolkeniana), ha messo assieme, è la storia di un amicizia (che andrà poi oltre la morte, ma questo è alla fine del libro), di un amicizia retta dal Destino. E’ una storia assoluta, nel vero senso della parola, dove però, la scelta di ognuno di fronte al Destino è fondamentale per come andranno gli eventi, è la storia di ciascuno di noi, specie di chi vive in situazioni e tempi bui.E’ nel senso più bello del termine, una storia per bambini, e allora, sono felice di non essere cresciuto.


Tre anelli ai re degli Elfi, sotto i cielo che risplende,
Sette ai principi dei Nani, nelle lor rocche di pietra,
Nove agli uomini mortali, che la triste morte attende,
Uno per l’Oscuro Sire, chiuse nella reggia tetra,
Nella terra di Mordor, dove l’ombra cupa scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli e nel buoi incatenarli.
Nella terra di Mordor, dove l’ombra cupa scende.

Little miss sunshine

LITTLE MISS SUNSHINE

Regia di: Jonathan Dayton; Valerie Faris
Scritto da: Michael Arndt
Genere: Avventura/Commedia/Drammatico
Anno: 2006
Paese: USA
Durata: 101 minuti
Cast: Greg Kinnear; Paul Dano; Alan Arkin; Toni Collette; Steve Carell; Bryan Cranston; Beth Grant; Jill Talley; Brenda Canela; Julio Oscar Mechoso; Chuck Loring; Justin Shilton;


La tipica famiglia americana (secondo l'odierna hollywood) padre fissato col vincere, figlio autistica, figlioletta idiota, madre esasperata più nonno maniaco a carico si ritrova ad affrontare un viaggio on the road verso la California. Il motivo è iscrivere la figlia ad un concorso di bellezza per il quale la ragazzina si sta preparando da tempo. Lungo il viaggio ne succederanno di tutti i colori, ma ciò darà loro modo di riscoprire ciò che conta davvero.
Se volessimo, potremmo riassumerlo così questo Little Miss Sunshine. Il bello del film credo sia proprio questo. Dayton e Faris (entrambi provenienti dai video musicali) confezionano un film che rispetta tutti i crismi della commedia: i personaggi, i tempi, le situazioni sono tutti elementi abbastanza tipici, ma che qui, grazie anche ad una colonna sonora davvero azzeccata e alla costruzione "a salire"(inizio lento e poi un crescendo fino all'apoteosi del finale) del film, sono quasi dichiarati, come se i registi avessero detto "prendiamo i clichè tipici della commedia e li lavoriamo e li riutilizziamo come piace a noi". Resta da capire se è un giochino finemente intellettual-cinematografico o forse semplicemente ingenuità. Quello che conta tuttavia è il risultato finale, e quello c'è. Il film è divertente, alcune scene sono molto belle , alcune battute memorabili, e seppure il "contenuto" o la "morale" -termini che odio, ma tanto per capirci- è ormai abbastanza blanda, c'è da dire che è sottolineato bene, anzi benissimo non tanto da dialoghi quanto da elmenti presenti in scena (non vi suscitano orrore le piccole miss?)
La scena finale poi è stata costruita con grande maestria: durante il film allo spettatore vengono forniti tutti gli elementi per indovinarla, ma quando la vedi rimani sorpreso. Davvero un piccolo colpo di genio.
Meglio vederlo

Boog & Elliot a caccia di amici


BOOG & ELLIOT A CACCIA DI AMICI
Titolo originale : Open Season
Regia di: Roger Allers, Jill Culton, Anthony Stacchi
Genere: Animazione/Fantastico/Ragazzi
Anno: 2006
Paese: USA
Durata: 86 minuti


Filmino divertente, senza infamia e senza lode della neonata (credo) Sony Pictures. Boog è un orso che vive come un umano, ma quando incontra il cervo Elliot tutto cambia, diventano amici, e alla fine capirà anche che la sua casa è la foresta. Non senza aver messo prima in fuga i cacciatori cattivi.
La Morale è abbastanza scontata (il senso dell'amicizia ecc... ecc...) così come lo svolgersi della trama. Insomma, Il solito schema ormai visto in decine di film per ragazzi, ma senza "la carica" (che c'è ad esempio in Nemo o nel fantastico Monster & Co.). Ciò che rende Boog & Elliot interessante è l'animazione davvero ad alti livelli, e qualche scena decisamente esilarante, ovvimente, a parte i protagonisti, le scene divertenti sono affidate, come abbiamo già visto in Madagascar, ai comprimari: Gli atri animali della foresta. Una nota di merito: rispetto ad altre produzioni, qui la figura umana non è completamente meschina o caricaturale, e il cacciatore cattivo è compensato da Beth (la ranger che si prende cura di Boog). Comunque, solo per ragazzi.

Natale a New York



NATALE A NEW YORK


Regia: Neri Parenti
Genere: Commedia
Anno: 2006
Paese: Italia
Durata: 120 minuti Circa
Cast: Cristian de Sica, Claudio Bisio, Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Elisabetta Canalis, Fabio de Luigi, Francesco Mandelli, Paolo Ruffini


Solito schema che da più di 20 anni si ripropone in quello che ormai è stato definito il "cinepanettone". Ogni anno una località diversa e comprimari diversi, ma il succo è sempre lo stesso. La novità quest'anno è rappresentata dal fatto che De Sica e Boldi non lavorano più insieme (Boldi è al cinema con Olè diretto dai Vanzina), e che il numero di "attori seri" è visibilmente cresciuto.
Dicevamo, solito schema, qualche personaggio nuovo. Bisio e De Luigi, pur se un po "forzatamente" funzionano, ripronendo - alla fine - per buona parte del tempo gli sketch e i "modi" che hanno fatto la loro fortuna in TV. L'intento di svecchiare è stato inoltre affidato ai due (ex?) VJ di MTV: Nongio e Mandelli che, pur con qualche forzatura anche loro, sono entrati abbastanza bene nella parte, e sono protagonisti di qualche scena davvero divertente. Sembra invece un divertente diversentmen (o come cavolo si scrive) nelle loro carriere la partecipazione di Ghini e della Ferilli, ormai affiatati e che (per fortuna) sembra vogliano dire agli spettatori "è un giochino, e ci stiamo divertendo". La cetegoria delle gnocche è invece "nobilmente" rappresentata da Erika J. e dalla Canalis (bellissima).
Per il resto c'è poco da dire: situazioni solite e in aggiunta spunti e gag da college movie e commedie americane in generale (la festa, la scena del cane ecc...), in un amalgama non sempre omogeneo e che ogni tanto scade nel patetico, ma che in fin dei conti due risate te le fa fare.